Gilberto Zorio. 14 novembre 2003: si apre si riferisce alla personale che l'artista ha tenuto alla fine dello scorso anno a Roma presso la Galleria Oredaria quando ha tenuto a battesimo il nuovo spazio espositivo romano di Marina Covi Celli, un'ampia ex-fabbrica di reti a pochi passi dal Macro.
La monografia presenta una selezione di opere appartenenti alla storia artistica di Zorio e lavori inediti dedicati al nuovo spazio: canoe, alambicchi, otri e giavellotti che diventano macchine, si muovono, oscillano nell'aria con un'energia trattenuta a stentol'alfabeto di Gilberto Zorio in un nuovo, suggestivo, spazio romano
Gilberto Zorio (1944) è stato uno dei protagonisti di quel movimento, formatosi a metà degli anni Sessanta in Italia, denominato Arte Povera, che si inserisce nella più generale tendenza all'arte processuale, un'arte cioè che mette a nudo i propri elementi e procedimenti,si rivela nel suo farsi e sostituisce alla tradizionale rappresentazione la presentazione diretta dei materiali.
Dal 1967 ha partecipato alle principali mostre dell'Arte Povera ed innumerevoli sono le sue mostre, personali e collettive, presso spazi pubblici e privati. Al 1976 risale la personale al Kunstmuseum di Lucerna; successivamente espone in numerose istituzioni museali quali lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), la Galleria Civica di Modena e il Kunstverein di Stoccarda (1985), il Centre d'Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (1986), la Philadelphia Tyler School of Art (1988), la Fundacao de Serralves di Oporto (1990), L'Istituto Valenciano de Arte Moderna di Valencia (1991), il Centro per l'Arte Contemporanea Pecci di Prato (1992), Documenta di Kassel (1992) la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento (1996), il Dia Center for the Arts di New York (2001).