Il volume è dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal Seicento al Novecento.
Attraverso una novantina di dipinti provenienti da alcuni tra i maggiori musei del mondo e da alcune preziose collezioni private, il volume descrive il percorso che porta alla raffigurazione della natura da semplice fondale a soggetto autonomo, indipendente rispetto all'inserimento delle figure.
Dallo studio della natura compiuto a partire dal XVII secolo, passando per le esperienze fondamentali di Lorrain e Poussin e dai pittori coevi olandesi, come Van Ruisdael, Van Goyen e Hobbema, e ripercorrendo il vedutismo veneziano del Settecento, con Canaletto, Bellotto e Guardi, si giunge all'Ottocento, che a buon diritto è stato denominato "il secolo della natura": dopo le esperienze imprescindibili di Turner, Constable e Friedrich, che ridisegnano l'idea della natura entro il nuovo spirito romantico, il protagonista assoluto del secolo è Monet, paradigma di una nuova concezione del paesaggio che, andando oltre il senso della realtà, si appoggia quasi totalmente sull'esperienza interiore.
Il racconto prosegue con le opere degli impressionisti e dei post impressionisti, da Renoir a Sisley, da Pissarro a Caillebotte, da Degas a Manet, per concludersi con le esperienze artistiche di Van Gogh, Gauguin e Cézanne.