Electa presenta il nuovo volume della collana Storia dell'architettura italiana dedicato al Seicento. Rispettando il disegno editoriale della collana, il testo privilegia una periodizzazione cronologica su altre possibili, mirando a restituire i fatti e le vicende delle architetture nella loro concreta materialità e valenza rappresentativa.
Il volume si apre presentando problematiche generali connesse con la messa a punto delle immagini destinate a consolidare nel tempo e nello spazio l'elogio di città e territori e con "la caratterizzazione per parti delle città, alcune delle quali vengono architettonicamente qualificate come 'teatro' del potere".
Contemporaneamente alcuni saggi mettono a fuoco le trasformazioni urbane legate a tematiche generali come l'architettura degli ordini religiosi, le città portuali e infine il rapporto complesso fra arte e illusione, ispirato da un rinnovamento scientifico senza precedenti.
Segue un'ampia sezione dedicata a Roma, che, con i due grandi cantieri di San Pietro e del Campidoglio, risulta essere il centro di riferimento privilegiato per tutti gli architetti del secolo. I capitoli, con tagli generali e monografici, trattano dei maggiori protagonisti delle vicende architettoniche del Seicento romano, come Bernini, Borromini, Pietro da Cortona, Carlo Fontana e Paolo Pozzo, mettendo tuttavia in luce anche il ruolo fondamentale di committenti quali Urbano VIII, Innocenzo X e soprattutto Alessandro VII.
L'ultima sezione del volume prende infine in esame le diverse aree geografiche italiane, con particolare attenzione per l'organizzazione del territorio, il definirsi delle varie personalità di artefici e le più importanti opere architettoniche. Ne emerge un quadro assai variegato e complesso, in cui la mobilità di progettisti ed esecutori e le ripresa di spunti compositivi e linguistici in aree differenti "evitano che il regionalismo diventi asfitico e garantisce una circolazione, una discussione e un'interpretazione di modelli in aree non sempre limitrofe".