L'evoluzione del linguaggio figurativo di Sebastiano del Piombo matura a Roma dove, dal 1511, è invitato dal ricco banchiere Agostino Chigi a lavorare nella sua villa della Farnesina. La sua propensione classica trova in Michelangelo un rinnovato incoraggiamento e il Maestro decide di "adottarlo" per contrastare l'egemonia di Raffaello e della sua scuola.
Il sodalizio con Michelangelo, cui è dedicata una sezione del catalogo, si traduce nella partecipazione grafica del Buonarroti ai maggiori progetti di Sebastiano realizzati negli anni tra il 1512 e il 1520.
Il volume presenta proprio la celeberrima Pietà di Viterbo, realizzata nei primissimi anni del sodalizio e opera fondamentale del percorso figurativo di Sebastiano perché costituisce la base decisiva della sua futura reputazione. Un capolavoro originale che dichiara già la propria autonomia rispetto a Michelangelo, che pure intervenne nell'elaborazione grafica, ma al quale il pennello del veneziano aggiunse il contesto di un paesaggio vibrante, tragico e romantico insieme.
Il catalogo analizza anche il rapporto e la reciproca influenza con Raffaello del quale, nel campo della ritrattistica, Sebastiano del Piombo riesce a sfidare con successo il prototipo.
Nel secondo decennio del Cinquecento, lo stile dell'artista subisce un sensibile mutamento verso l'astrazione geometrica delle forme e un contemporaneo approfondimento dell'aspetto emotivo. E' la svolta di Sebastiano, la sua conversione religiosa. Il mondo classico finisce per riproporsi in termini di celato misticismo trascendentale e di religioso mistero, espresso in forme severe e semplificate, illuminate da un colore illividito e da una luce di timbro aspro.
Roma, Palazzo Venezia, 7 febbraio - 18 maggio 2008.
Gemäldegalerie, Berlino, 28 giugno - 28 settembre 2008