Inserito nel progetto del settore Arti Visive di Castelbasso Progetto Cultura che intende esplorare il tema "Mediterraneo", Mario Schifano. Il colore e la luce propone un'originale indagine sull'opera di Mario Schifano artista che, nato in Libia e cresciuto a contatto con un ambiente legato allo studio archeologico delle antiche civiltà mediterranee, esprime a livelli altissimi la cultura mediterranea.
La monografia, che accompagna l'esposizione di Castelbasso, è un percorso attraverso l'arte di Schifano dai primi anni '60 sino alla sua morte (1998). Vuole mettere in evidenza - attraverso una scelta di opere di grande qualità, molte delle quali mai esposte né pubblicate prima - soprattutto la natura "mediterranea" della sua arte: la luce, il colore, le risonanze culturali. Dopo un passaggio, negli anni '50, attraverso l'Informale, nei lavori dei primi anni '60 un'iconografia minima (numeri, linee) si integra con stesure monocromatiche di colori industriali stesi e spesso lasciati sgocciolare sulla carta o sulla tela. Ma Schifano, si sa, è stato uno dei primi artisti in Italia ad aver portato nella pittura i linguaggi della comunicazione di massa: quasi immediatamente, nel suo lavoro compaiono le insegne pubblicitarie (come i celebri loghi della "Esso" o della "Coca-Cola"). E già qui è evidente che l'artista italiano non ha nulla a che vedere, in realtà, con la Pop Art di matrice statunitense: Warhol voleva cancellare dall'opera la traccia della mano dell'artista; Schifano mirava esattamente all'opposto: alla meccanicità ripetitiva voleva contrapporre la manualità dell'esecuzione, la forza espressiva dell'idea e del gesto individuali. Attraverso i "Paesaggi anemici", le "Stelle" e le "Oasi", la strepitosa serie Compagni Compagni, arriviamo ai "Paesaggi TV", dove le immagini video fissate dalla macchina fotografica sono riportate su tela emulsionata, e trasformate con i colori alle aniline in spettacolari dipinti visionari. Poi viene un lungo periodo di crisi, o di riflessione, in cui Schifano si dedica al cinema, e da cui riemergerà con un nuovo slancio pittorico, con i suoi incredibili anni '80, miracolo di inventiva, di colore e di luce, che evolveranno nell'inquietudine, nel mistero, nell'eleganza degli anni '90.
La stampa, parlando di Schifano, ha sempre un po' troppo insistito sulla sua figura di artista "maledetto", dalla vita irrequieta e turbolenta. Ma Schifano è stato soprattutto un grandissimo pittore lirico. Ha ereditato la disperata malinconia e l'energia fibrillante di Van Gogh, ma anche l'eleganza felice e luminosa di Matisse. La sua scelta fondamentale è stata la pittura.