La dedica è un testo standardizzato, in cui sono chiaramente individuabili un linguaggio topico e numerosi luoghi tipici ricorrenti. E' quindi microtesto che si evolve con lentezza e che conserva in tutte le epoche dei caratteri similari, al punto che, ad esempio la tipologia della dedica barocca sarà utilizzata anche da intellettuali che si opponevano apertamente alle degenerazioni del secentismo. Nella prima parte del saggio l'autore procede all'analisi dei formulari e dei moduli testuali, e alla specificazione delle caratteristiche del sistema e delle sue regole. Emergono quindi le specificità della dedica cinquecentesca, poiché è nel secolo sedicesimo che si consolidano la struttura del meccanismo ed i principali luoghi tipici dell'epistola dedicatoria. Le modificazioni dovute all'influenza del secentismo e lo sviluppo della pratica dedicatoria nel Settecento sono analizzati invece in specifici capitoli della terza parte, in cui è affrontata la variegata casistica dell'utilizzo effettivo dello strumento della dedica.La seconda parte ha per oggetto significative testimonianze di carattere teorico relative alla consuetudine delle dediche, ora scritte da fautori del sistema con l'intento di denunciarne abusi e deviazioni, oppure allo scopo di rilanciarne l'efficacia di strumento incentivante per gli autori; ora scritte al contrario da uno spregiatore di tale strategia, di cui vuole mettere in luce le criticità in termini di danno all'immagine e alla dignità dei letterati. Un approccio alla fenomenologia dedicatoria che sottintende una generale valutazione del processo e che può tradursi in un racconto che ironizzi sulle intitolazioni fallite di uno sfortunato poeta, o nella ripubblicazione antologica di lettere di dedica proposte a mo' di esempio in un momento di grande espansione della consuetudine.