Ci sono artisti per i quali l'arte è stata un elemento essenziale dell'esistenza, non solo, ma la vita stessa ha acquistato caratteristiche di una creazione individuale. Questa inclinazione è associata quasi sempre a un'esistenza estrema, come nel caso di Jean-Michel Basquiat, uno dei protagonisti della scena culturale newyorkese negli anni ottanta.
Nato a Brooklyn nel 1960, la precocità del suo talento viene alla luce nel 1977, quando per farsi notare inizia a coprire di graffiti i muri dell'East Village a Manhattan, firmandosi SAMO. Ma Basquiat non è un graffitista, come dimostra la sua pittura, che usa un linguaggio generalmente definito neo-espressionista. La sensibilità, le soluzioni formali, compositive e coloristiche con cui Basquiat realizza le sue tele ne rivelano un istinto artístico allo stato puro, condito da immaginario urbano e da primitivismo allo stesso tempo. Istintivo e provocatorio, vulnerabile ma ferocemente sicuro, Basquiat è un testimone lucido del suo tempo. La storia delle breve ma intensa vita del giovane Basquiat - che muore per droga a soli 28 anni - non può essere separata dalla sua pittura. Ma proprio la sua drammatica biografia ha condizionato per parecchi anni il giudizio della critica sulla la sua arte.
Il presente catalogo, edito in occasione della mostra di Roma (2002), gli rende omaggio attraverso una cinquantina di dipinti e una serie di ritratti fotografici.publiarq.com