Un'avventura utopica lunga un secolo e oltre raccontata per la prima volta in un volume tematico che indaga gli sconfinamenti e gli intrecci condotti dagli artisti nell'ambito dell'architettura e quelli degli architetti nelle arti. L'esposizione si propone di documentare gli sconfinamenti operati da pittori, scultori, designer, scrittori, fotografi, registi, ossia da creatori provenienti dagli ambiti e dalle modalità di espressione artistica più varie, nell'ambito dell'architettura e mostrare, al tempo stesso, omologhe digressioni degli architetti nelle arti visuali, discipline accomunate dal progetto di una radicale e a volte visionaria trasformazione estetica della realtà. Il tutto attraverso una imponente esposizione che occupa l'intero palazzo Ducale, oltre a 20 grandi installazioni in un percorso nel centro cittadino e a 50 grandi opere di fotografi (billboard) disseminate per l'intera città.
La mostra è articolata in tre parti: la prima è sostanzialmente dedicata agli architetti e agli artisti delle avanguardie storiche (1900- 1950), mentre la seconda abbraccia più specificatamente il periodo contemporaneo, (1950-2000). Entrambe le sezioni sono ospitate negli spazi espositivi di Palazzo Ducale: nell'allestimento progettato da Gae Aulenti, volto a ricreare la fusione dei linguaggi, si trovano modelli architettonici e disegni, ma anche dipinti, sculture, fotografie e film. La terza parte dell'esposizione vede invece il coinvolgimento della città nel suo complesso, con la realizzazione delle installazioni urbana e dei billboard, a firma di alcuni dei maggiori artisti e architetti del mondo.