Il volume racconta un secolo di arte e architettura nella città di Pistoia. È infatti al Novecento, che comincia all'insegna dei fermenti delle avanguardie, che si deve il risveglio intellettuale della città che, fino ai primi del secolo, appariva chiusa e "ambiziosa di un'antichità ben custodita" come ricorda Gianna Manzini.
Prendendo le mosse da quella prima stagione vivace e propositiva - che ha visto emergere personalità come Andrea Lippi, Mario Nannini o Lanza del Vasto, oltre a veder nascere nel 1928 la Scuola pistoiese celebrata dal critico Ugo Ojetti - il volume ripercorre in puntuali capitoli i risultati maturati nelle generazioni successive, documentando organicamente eventi e protagonisti.
Il ricco atlante fotografico di George Tatge commentato da Gianluca Chelucchi, posto al centro del libro, propone al lettore un itinerario inedito di immagini di città e del territorio circostante, e, con la sua posizione, segnala idealmente il passaggio dal primo al secondo Novecento.
Nella seconda parte del libro viene dunque ripercorsa la rinascita civile e culturale della città nel secondo dopoguerra, ricordando, fra gli altri, l'attività espositiva svolta dalla Sala Ghibellina tra gli anni cinquanta e settanta, capace di convogliare a Pistoia artisti e movimenti di grande attualità. La rassegna si conclude con un'analisi del progetto curatoriale legato a Palazzo Fabroni, che, destinato dai primi anni novanta ad ospitare eventi di arte contemporanea, si propone oggi quale presidio flessibile e fortemente dinamico dell'arte dei giorni nostri. Il volume è corredato dalle biografie degli artisti, da indici e apparati bibliografici