Accumulata nel corso degli ultimi due secoli, l'argenteria dei conti Coronini Cronberg di Gorizia, che ora costituisce una delle più prestigiose raccolte dell'omonima Fondazione, e di cui in questo volume si presentano gli argenti da tavola e le posate, colpisce per la sua straordinaria ricchezza e per l'insospettata eterogeneità. Nonostante la tradizione familiare che aveva legato i Coronini ai destini dell'impero asburgico, questi argenti riflettono solo in minima parte il gusto locale. Pur non mancando oggetti dei triestini Bünger o di argentieri viennesi come il fornitore imperiale Klinkosh, sono presenti consistenti nuclei di argenti russi, inglesi e francesi. Conseguenza della complessa rete di parentele che la famiglia aveva intessuto attraverso vantaggiosi matrimoni nel corso degli ultimi decenni dell'Ottocento, il carattere internazionale della raccolta trova origine in alcune importanti eredità dei primissimi anni del XX secolo. Tra queste, gli argenti ottocenteschi prodotti a Mosca e San Pietroburgo del conte Eduard Cassini, ciambellano dello zar Nicola II, i trofei degli argentieri londinesi Hancock e Garrard e gli oggetti placcati Old Sheffield, le saliere francesi di epoca impero, una delle quali reca il marchio dell'argentiere di Napoleone. I pezzi scandinavi e alcuni esemplari svizzeri e italiani di epoca impero arricchiscono ulteriormente la raccolta, dando testimonianza di occasionali doni o di oculati acquisti, che ci ricordano come l'ultimo conte Coronini, Guglielmo, amante dell'arte e raffinato intenditore, incrementò per tutta la sua vita le collezioni di famiglia, con l'intento di destinarle al godimento di un vasto pubblico.