La monografia - che accompagna l'esposizione bolognese " Un dialogo. Antonio Calderara, Giorgio Morandi, Karl Prantl" - è dedicata ad Antonio Calderara (1903-1978) e presenta una selezione di opere di dell'artista provenienti da collezioni o gallerie italiane e tedesche, oltre che dalla Fondazione Calderara, situata a Vacciago d'Ameno sul Lago d'Orta.
Il percorso stilistico di Calderara va da una prima fase connotata da un post-impressionismo di impronta lombarda, all'elaborazione dello stile maturo, attraverso una rarefazione atmosferica che lo porterà alla pura astrazione in cui colore e luce si identificano.
La mostra intende mettere in risalto proprio il periodo di passaggio. Come sottolinea Peter Weiermair "nel periodo figurativo, Calderara si limitò spesso ad un unico tema: quello del paesaggio del lago d'Orta e della località di Vacciago.
La spazialità del paesaggio, così come la conosciamo dalla sua pittura figurativa, viene in seguito trasposta nella piattezza di costruzioni lievemente sfumate.
Gli angoli retti ricordano ora case, scorci sul lago, la riva opposta e l'orizzonte, ma anche la famosa isola. I colori si fanno locali, uniformanti, e soltanto in una successiva evoluzione della sua arte rivelano la loro semantica legata al luogo.
L'opera di Calderara è intima, predilige i piccoli formati, in cui è decisiva la "verità della geometria", che soggiace ai paesaggi ed è portata alla luce nei quadri.
Se agli inizi Calderara si misurava con ritratti imponenti e scene familiari di genere, in seguito, negli anni cinquanta, predominano sempre più quadri di paesaggio, dai quali ricava, quasi per distillazione, una struttura universale, che soggiace al tutto della realtà.
Nei quadri di Calderara i colori sono espressione/manifestazione della luce, armonia e proporzioni sono principi ordinatori. Questo tipo di pittura ha affascinato soprattutto la critica tedesca, che ha reagito entusiasticamente agli echi dell'arte antica celati nei quadri, Piero della Francesca, ad esempio, o i primi senesi."