La mostra, curata dalla studiosa Nella Mari, presenta per la prima volta al pubblico una raccolta di sessantacinque opere grafiche, realizzate con diverse tecniche, dalla grafite alla china, dall'inchiostro ai pastelli colorati, dagli acquerelli alla puntasecca. Si tratta di materiale estremamente pregevole, non solo per la difficoltà di reperire opere di Umberto Boccioni sul mercato antiquario, ma anche per il valore estetico che l'attività grafica del pittore ricopre nel suo percorso artistico.
Il disegno rappresenta nell'opera dell'artista un momento fondamentale di formazione ed è proprio da questa base che prendono forma "quel segno fortemente incisivo, quella definizione sintetica delle masse che sarà propria della grafica boccioniana". In ragione di questo "sintetismo robusto" la critica ha spesso avvicinato Boccioni all'opera di Toulouse Lautrec. Giulio Carlo Argan sostiene, infatti, che dal grande maestro francese Boccioni derivi il "disegno elastico, stringente, caratterizzante, ma anche il gusto dell'arabesco espressivo, dell'avventura grafica, del tratto e del tocco sferzanti". I disegni (quasi tutti realizzati sul recto e sul verso del foglio) e le incisioni (provenienti dalla Galleria Nazionale di Cosenza) coprono un arco temporale che va dal 1906 al 1915. Il percorso si apre idealmente con "Tegole" e si chiude con "Silvia". Tra gli altri pezzi spiccano alcuni capolavori quali "La madre con l'uncinetto" (1907) che rievoca fortemente la pittura successiva di Boccioni e gli studi preparatori per le figure femminili: "Figura seduta" e "Giovane donna che legge" realizzati per il dipinto "Donna che legge".