Il quinto numero di 'Studi Tizianeschi' propone una serie di interventi e di riflessioni sul maestro cadorino che denotano una grande varietà di atteggiamenti critici, metodologici e, magari, generazionali, evidenziando così la vivacità di una tradizione internazionaledi studi mantenutasi intatta fino ai nostri giorni. Il volume si apre con un breve studio di carattere storiografico dove David Rosand evoca le figure di Hans Tietze ed Erica Tietze-Conrat, protagonisti della grande scuola viennese di storia dell'arte e insigni studiosi di Tiziano, anche se forse un poco dimenticati nel fervore delle nostre ricerche degli ultimi decenni. E ingiustamente: a riprova del valore e dell'attualità d'impostazione delle ricerche di Erica Tietze-Conrat presentiamo una conferenza inedita da lei tenuta nel 1954 alla Columbia University di New York, che affronta alcuni temi relativi all'ultimo periodo di attività dell'artista. La bibliografia completa dei numerosi scritti sull'arte veneta dei coniugi Tietze, curata da Elena Vázquez, copre un arco di tempo di quasi cinquant'anni ed elenca pubblicazioni apparse in buona parte in sedi di difficile accesso e che di conseguenza risultano poco note.
Una giovane studiosa di Tiziano, la statunitense Carolyn Smyth, è l'autrice di un articolo molto circostanziato dal carattere iconologico/ contestuale, che si presenta sotto il titolo Insiders and Outsiders: Titian, Pordenone and Broccardo Malchiostro's Chapel in Treviso Cathedral e riporta la nostra attenzione su una pala tizianesca relativamente trascurata negli studi sul pittore, considerandola nel contesto della cappella cui era destinata - e dove si trova tuttora - e analizzandone il rapporto con il ciclo di affreschi del Pordenone.
Il saggio di Andrew John Martin riconsidera invece uno dei ritratti più celebri e discussi di Tiziano, quello di Carlo V ora all'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, talora attribuito a Lambert Sustris. Ma erroneamente, sostiene Martin, che lo riporta tout court a Tiziano con serrate argomentazioni di carattere filologico e contestuale, partendo da una serie di dati e di confronti in parte inediti.
Segue poi uno studio puntuale di Elena Svalduz, che presenta i risultati delle sue indagini sulla casa del pittore in Col di Manza, corredati da una serie di belle immagini fotografiche di quest'angolo suggestivo dell''universo tizianesco'.
A Enrico Dal Pozzolo dobbiamo il riconoscimento di un'Ultima Cena tizianesca nella collezione d'Alba a Madrid, un'opera di notevole qualità che è stato possibile ammirare alla recente mostra su Tiziano. L'ultimo atto (Belluno 2007). Oltre a fornire una documentazione completa sul dipinto, Dal Pozzolo pubblica nel suo saggio altre opere venete, tuttora inedite, della grande raccolta madrilena, la cui storia fra Sette e Ottocento ci viene illustrata in appendice da un documentato intervento di Allegra Papa. L'esauriente analisi tecnica dell'Ultima Cena tizianesca reca la firma di Gianluca Poldi.
La giovanissima studiosa francese Elisa de Halleux, dottoranda in Storia dell'arte all'Università di Parigi I Panthéon-Sorbonne, presenta la sua prima pubblicazione dal titolo Vénus et Adonis, in cui riflette sulla calcolata ambiguità sessuale che pervade alcune opere mitologiche dell'ultimo Tiziano e in modo particolare la fortunata composizione nota in più versioni.
La sezione dei saggi si conclude con una breve nota di Francis Russell, che rileva come le cuciture delle tele di certe opere tizianesche ne determinino l'impianto compositivo.
Seguendo lo schema già collaudato, la seconda sezione di questo numero presenta una serie di recensioni di volumi recentemente pubblicati su Tiziano e su temi collegati. Michele di Monte, come sempre, è responsabile della rubrica dedicata ai più interessanti articoli e saggi su Tiziano apparsi sui periodici e nella letteratura specialistica internazionale.
David Rosand, infine, recensisce in modo autorevole le due grandi mostre tizianesche del 2007, allestite rispettivamente a Vienna e a Belluno.