La mostra inaugurata a Milano, presso la Fondazione Antonio Mazzotta, presenta le opere di cinque tra i massimi esponenti italiani del disegno satirico e della caricatura.
Il percorso espositivo si compone di circa 400 disegni e acquarelli di Galantara, Scalarini, Sironi, Guareschi e Altan, partendo dagli anni dell'unificazione d'Italia per arrivare ai tempi moderni, attraverso la monarchia, le guerre, il ventennio fascista, la ricostruzione, il passaggio dal mondo rurale all'industrializzazione, le lotte sociali e così via.
Comune a tutti gli autori presentati è la potente e caustica vena satirica, dissacratoria nei confronti delle istituzioni governative, che sia monarchia o stato repubblicano, invariabilmente anticlericale, contro le disuguaglianze sociali e le ingiustizie inflitte al popolo. La posizione politica da cui partono questi disegnatori non è sempre la stessa, perché alcuni sono socialisti o, in breve, di sinistra, altri sono contro i partiti di sinistra come Guareschi, o allineati a posizioni governative fasciste, come Sironi. Tutto ciò non incide tuttavia sull'integrità morale del loro sguardo che stigmatizza le ipocrisie del potere costituito per prendere le difese dei deboli, rendendo scomodi e invisi gli artisti, spesso fino al carcere o alla deportazione (vedi Guareschi e Scalarini).
Questi autori hanno indicato agli italiani i loro difetti, parlando alla loro mente e al loro cuore; hanno cercato di far comprendere la storia, disvelando le tragedie che hanno costellato la crescita della nostra nazione.