Il volume è un omaggio all'artista genovese Sandro Cherchi (1911-1998) e al suo percorso creativo e professionale che ha dato un importante contributo alla crescita culturale del capoluogo piemontese nel quale lo scultore ha vissuto l'ultima parte della sua vita. La monografia riproduce un centinaio di opere, corredate da puntuali schede biografiche dei lavori scultorei e racconta in modo esaustivo la personalità artistica di Cherchi sia attraverso le sue opere che ad alcuni scritti e vicende di particolare rilevanza desunte da carteggi o documenti privati dell'artista. Completano la monografia i testi critici di Marco Rosci, Raffaele De Grada e Pino Mantovani, oltre all'interessante intervista allo scultore curata da Claudio Nembrini nel 1987. Il volume si chiude con una completa biobibliografia. In questo percorso descrittivo, suddiviso in sezioni, sono illustrate le opere di Sandro Cherchi a partire dai dipinti, passando attraverso le ceramiche e le vetrofanie, le sculture, per concludersi con le incisioni. Le sculture di Sandro Cherchi sono spesso cariche di drammaticità, ma senza retorica, di una forza interna che fa pensare alle difficoltà, alle situazioni, alla misura esistenziale dell'uomo contemporaneo. '[] L'arte di Cherchi ha sempre espresso la dialettica fra la figura e ciò che gli sta intorno, la vita delle cose e degli uomini. La sua arte ha sempre espresso la tensione tra la visione oggettiva del reale che si fa forma e l'infinito spazio dell'anima da vivere con un intenso esistenzialismo.' (Raffaele De Grada) La pazza è sicuramente la scultura più nota e più amata dall'artista: 'Per me è una espressione poetica molto alta. Sulla soluzione formale di questa opera possono avere influito le sculturine di Matisse che avevo visto in una rivista francese e che mi avevano altamente commosso. La pazza è la lontananza da casa, la fame, la disperazione, soprattutto la disperazione perché non essendo inquadrato nel regime fascista ero completamente isolato e non avevo amici se non quei pochi che facevano parte di Corrente.' (Sandro Cherchi) Accanto alla pratica della scultura in bronzo Cherchi, sollecitato dalla sua ispirazione a creare un ambiente di natura intorno alla figura umana, si cimenta anche con la ceramica, mezzo di luce e gratificazione di natura. La ceramica di Cherchi fu premiata a livello nazionale nel 1954. Il percorso artistico di Sandro Cherchi è stato in continua evoluzione: pur avendo una crescente fortuna, ha basato la sua vita sull'insegnamento, con la cattedra all'Accademia di Torino dove ha trasmesso agli allievi la sua esperienza di artista.