Gli ideali di libertà e democrazia, valori supremi dell'uomo e dei popoli, illustrati attraverso due grandi scuole della pittura dell'Ottocento che hanno affrontato le tematiche mazziniane sotto diverse prospettive: con lo slancio idealistico dei Romantici e con lo spirito rivoluzionario dei Macchiaioli.
Mazzini, uomo di profonda cultura, fu sempre persuaso che per creare una vera nazione, oltre che rinnovare la società e le coscienze, fosse necessario unire anche culturalmente la penisola. Era convinto che in questo grandioso disegno l'arte potesse svolgere un ruolo fondamentale; soprattutto la grande pittura che era sempre stata un vanto e un forte motivo di identità storica per gli italiani. Nel suo bellissimo saggio, La peinture moderne en Italie, pubblicato a Londra nel 1841 identifica nel Romanticismo il movimento che ha saputo dare espressione agli ideali del secolo, diventando quell'arte nazionale e popolare interprete dei cambiamenti che stavano sconvolgendo in tutto il mondo la politica e la società. Un'arte che si faceva interprete delle aspirazioni del popolo avviato a conquistare la ribalta della storia.
Pubblicato in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini, il volume che accompagna la mostra genovese propone un itinerario di grande suggestione nella pittura dell'Ottocento; un itinerario delle culture artistiche ma indirettamente dei conflitti, delle contraddizioni, delle aspirazioni, dei valori che hanno connotato l'ingresso dell'Italia nella modernità.
Da un lato i Romantici (Francesco Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, Federico Faruffini, Antonio Canova, Andrea Appiani, Vincenzo Camuccini, Francesco e Luigi Sabatelli, Giuseppe Bezzuoli, Pelagio Palagi, Massimo d'Azeglio, Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara ma anche Paul Delaroche, Ary Scheffer, François-Xavier Fabre), pittori per i quali la passione per gli eventi più significativi della storia acquista un rilievo straordinario, e dà risalto a quello spirito collettivo che vede in essi il procedere storico verso un'affermazione della libertà contro la violenza e l'oppressione.
Dall'altro i Macchiaioli (Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani, Adriano Cecioni), artisti rivoluzionari ispirati ai principi democratici e repubblicani mazziniani che volevano gettare, attraverso un'arte assolutamente diversa, le basi di una società nuova.
Genova, Palazzo Dúchale 21 ottobre 2005 - 12 febbraio 2006