Non il tradizionale catalogo di mostra ma un volume che raccoglie gli interventi di autorevoli studiosi italiani e stranieri (Filippo Coarelli, Fausto Zevi, Carmine Ampolo, Aldo Schiavone, John Scheid, Giuseppe Pucci, Andrew Wallace-Hadrill, William Harris e tanti altri) per offrire un'interpretazione storica e sociologica senza precedenti dei Romani.
Il catalogo rende conto di una mostra complessa e articolata che ha l'ambizione di scardinare finalmente gli stereotipi dell'opinione diffusa sui Romani: un popolo violento, razzista, teso ad esercitare e a rafforzare il proprio dominio, allo sfruttamento delle altre genti, alla repressione del dissenso politico e delle religioni dissonanti con quella di Stato.
Dai testi epigrafici, dall'attenta disamina delle fonti storiche e letterarie greche e latine, dalle testimonianze archeologiche e dai documenti dell'arte finalmente spiegati scopriamo che i Romani non erano sensibili alla purezza della stirpe, visto che fin dalle origini la loro era stata una Città aperta all'integrazione.
I saggi contenuti nel volume sono numerosi, brevi e avvincenti nella scrittura perché pensati per un pubblico più vasto di quello degli specialisti e dei cultori della materia.
L'apparato iconografico è molto ricco e illustra sia le numerose opere in mostra sia le iscrizioni e i monumenti più significativi in questo ambito socio-politico e culturale.