Questa monografia è dedicata all'artista guatemalteca Regina Josè Galindo (1974).
Il volume, in edizione trilingue, presenta ai lettori la produzione dell'artista - da sempre rivolta alla performance che ha, come soggetto, il proprio corpo - a partire dai primi lavori della fine degli anni novanta fino ai più recenti, del 2010.
Immigrazione, volontà, nudità, empatia, biologia, potere, rabbia, sadismo, disperazione, costrizione e libertà sono le parole attorno a cui si articola la riflessione di Regina José Galindo che, nelle performance qui presentate - spesso irriverenti e di forte impatto emotivo - presta il suo corpo a questi concetti, usandolo come se non le appartenesse.
Il catalogo, suddiviso per anni, è preceduto da una serie di contributi critici, volti ad analizzare e ripercorrere la carriera dell'artista, ed è completato da apparati biografici.