Scriveva Argan: 'Il metodo storico di Portoghesi non consiste nell'operazione relativamente facile di trovare Palladio in Aalto o Borromini in Wright, ma nell'operazione inversa e più difficile di trovare Aalto in Palladio e Wright in Borromini; ergo nel dimostrare che, dati Palladio e Borromini, non possono non esserci Aalto e Wright e quello che viene dopo fino all'impegno morale, personale dello storico. Si entra così in un ordine di necessità, lo stesso per cui lo storico non può non essere un politico: la poetica non è la premessa, ma la necessità etica dell'impegno sul piano operativo dell'arte'.
L'esperienza trentennale di Paolo Portoghesi nell'architettura italiana e internazionale appare come ricerca costante e febbrile sul corpo antico dell'architettura, i suoi segni primordiali e sempre attuali, la modernità latente della nostra tradizione e insieme su quanto di forte e radicale si possa individuare ancora nell'opera dei Maestri del Movimento Moderno. Un percorso controcorrente che questo volume documenta attraverso più di settanta opere dalla folgorante Casa Baldi del 1959 a oggi con le opere costruite e progettate in Italia, Germania, Francia, Palestina, Nigeria e Cina, completato da una ricca antologia di scritti dedicati all'opera di Portoghesi e da un saggio introduttivo di Petra Bernitsa.
Una ricerca e un corpo d'architettura progettata e scritta che dimostra un incontenibile amore per l'architettura e insieme per la terra dell'uomo, a indicare una strada diversa del fare progetto e cultura dell'abitare, e vivere lo spazio alternativo e possibile.