Monografia completa e aggiornata sulla figura di Nicola da Guardiagrele, protagonista nel panorama dell'oreficeria italiana tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. Ricordato da Vasari anche per le sue qualità di pittore e scultore, ha legato la sua fama all'arte del cesello e dello sbalzo, rivelata in una serie di opere giovanili fra cui il tabernacolo di Francavilla, l'ostensorio di Agnone, la croce di Roccaspinalveti, il nodo dell'ex collezione Pirri e la croce di Lanciano del 1422.
L'incontro con l'arte fiorentina e l'insegnamento del Ghiberti imprimono una svolta alla sua produzione, dando un nuovo corso alla sua vicenda artistica: le croci di Guardiagrele, dell'Aquila e di Monticchio, il paliotto del Duomo di Teramo, la croce romana del Laterano e il perduto San Giustino di Chieti ne sono i capolavori, attraverso cui l'arte abruzzese si apre al Rinascimento.