Il volume, che accompagna l'esposizione personale dedicata a Maria Cristina Carlini, presenta una selezione di circa trenta opere realizzate dalla scultrice dal 1998 a oggi.
'Il lavoro di Maria Cristina Carlini si è concentrato su un'idea di essenzialità geometrica. Ha ritrovato i ritmi delle tarsie antiche, ma anche gli andamenti triangolari e romboidali, da aquilone onirico, di certe decorazioni arcaiche o primitive.
Lo slancio ascensionale, e verrebbe da dire ascetico, che queste tensioni lineari comportano, infonde un ritmo nuovo alla scultura. Il compenetrarsi di pittura e opera plastica, caratteristica costante di Maria Cristina, trova ora nuove declinazioni. Siamo di fronte a una scultura che non grava verso terra, ma tende a divenire leggera e a proiettarsi nell'aria, oppure ad addossarsi alla parete senza però gravare sul muro.
La serialità, che queste opere comportano, si tramuta in una ripetizione musicale: come note di un pentagramma, le singole tessere, i singoli moduli si accostano fra loro a formare un accordo musicale. Ma, a ben vedere, si tratta di unità l'una diversa dall'altro (non fosse altro che per la diversità della materia, della patina, del gesto impresso sulla superficie). La natura individuale delle singole parti è quindi salvaguardata.
Quello che vediamo, dunque, è una sorta di oggetto magico, totemico, che si vale della geometria, ma senza cancellare le valenze oniriche e poetiche della scultura. Che è sempre, prima di tutto, terra. E della terra conserva i valori di grembo, di fertilità, di fecondità, di mattone primario e antico, sia pure tradotti tutti in un disegno mentale'. (Elena Pontiggia )
Maria Cristina Carlini, nata a Varese, inizia a lavorare la ceramica nei primi anni settanta a Palo Alto in California, dove segue un corso specialistico e fa pratica per due anni. Dal 1975 continua a esercitare insegnando il lavoro al tornio a Bruxelles, dove si è trasferita nel frattempo.
Tornata in Italia nel 1978, dopo aver lavorato un anno presso lo studio di ceramica del pittore Concetto Tamburello, apre un proprio laboratorio a Milano, in via Ciovasso.
Nel 1983 tiene una personale alla Rocca di Angera. L'anno seguente a Oakland, San Francisco, segue altri corsi di perfezionamento presso il Californian College of Arts and Crafts.
Rientrata dagli Stati Uniti, nel 1985 apre al pubblico il suo studio, chiamato Le Terre, con un'esposizione di opere recenti. Nel 1986 espone a Bruxelles alla galleria Le Rencontre e nel 1989 partecipa con uno stand personale all'Arte Fiera Ceramica di Bologna e a un'esposizione collettiva di sculture al Museo di Reggio Emilia.
Nel maggio del 1990 è presente al museo della Civica Raccolta di Terraglia di Cerro - Laveno Mombello (Varese) con una mostra personale dal titolo 'Il colore delle terre'. Nel 1991 partecipa a una collettiva alla galleria La bottega dei vasai di Milano. L'anno seguente, con una presentazione di Elena Pontiggia, partecipa a 'Découvertes 92' al Grand Palais di Parigi, invitata dalla Christine Colmant Art Gallery di Bruxelles, per la quale terrà una mostra personale l'anno successivo.
Nel 1998 espone alla galleria Romeo Sozzi di Milano ed è invitata da Elena Pontiggia a partecipare al XXV Premio Sulmona. Nel maggio 2003 espone alla galleria Borgogna di Milano.