C'è un filo rosso che lega il cannibalismo in Greenaway a Il pranzo di Babette? Come mangia Charlot una scarpa? Perché Totò si riempie le tasche di spaghetti? E nel conflitto che Sordi apre con la Madre Americana perché vince la Madre Mediterranea? In quale modo Pasolini fa di Stracci la metafora della bulimia? È innocente l'assenza del rito del mangiare in Almodovar?
Quale teatro dei conflitti aprono, a tavola, Fellini e Buñuel, Visconti e Bergman? Il volume, che ha la leggerezza del 'divertissement', compie, attraverso questi e altri interrogativi, un viaggio all'interno di un tema che mostra quanto la drammaturgia del film e l'antropologia della rappresentazione sappiano farsi specchio anche impietoso del nostro modo di vivere i disagi personali nei ruoli sociali che interpretiamo.