Per celebrare il bicentenario della sua installazione alla Villa Medici, l'Acadèmie de France à Rome organizza una grande mostra sugli artisti francesi venuti a Roma nel corso dell'Ottocento. Sia per i "pensionnaires" dell?accademia che per gli asrtisti non accademici, la Città Eterna rappresentò allora una fonte di ispirazione, un luogo di informazione e un punto di partenza per la loro carriera artistica. Dopo una prima sezione consacrata alle tensioni del neoclassicismo con opere di David d'Angers o di Ingres (Giove e Tetis), il percorso si articolerà tra ricostituzioni delle principali tematiche romane: il nudo mitologico (la Baccante di Pradier) il paesaggio "d'apres nature" o composto (il Colosseo visto da Granet e Corot), la nobiltà del popolo romano (tre versioni della Corsa dei berberi di Gèricault), il pittoresco dei briganti e dei contadini. Dopo il purismo storico del Direttorato di Ingres (I Gracchi di Guillaume), un allestimento eccezionale del grande salone permetterà di riscoprire l'apertura e le diversità stilistiche negli anni '70 (Merson, Regnault). Con opere romane dei più grandi artisti dell'epoca, l'esposizione intende sottolineare l'importanza di Villa Medici come foyer artistico sul quale decisiva fu l'incidenza del "Mito di Roma"; mito che si tramuta in immaginario classico nelle opere di Gustave Moreau e di Degas.