Le suggestioni ispirate da culture remote e misteriose, da terre lontane, da atmosfere e narrazioni legate all'Oriente, introducono nella pittura europea, fin dalla prima metà dell'800, il fascino e il singolare genere dell'esotismo, vissuto fin dall'inizio con piena sensibilità romantica.
Orientalisti è il termine con cui furono chiamati gli artisti che si dedicarono alla rappresentazione di paesi mediorientali di cultura araba, ritraendo costumi e ambienti ricchi di fascino.
L'incantesimo di mondi lontani dalla quotidianità ma reali, - sullo sfondo di deserti e carovane, di mercati chiassosi e colorati ma anche delle stanze segrete degli harem, popolati da suonatori e affascinanti danzatrici - fa proprio dell'Oriente una ricchissima fonte d'ispirazione, che il presente volume, edito in concomitanza di una mostra ospitata alla Pinacoteca De Nittis di Barletta, intende documentare.
In Italia apre la strada a questo filone pittorico il veneziano Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882), seguito da altri pittori dell'Italia settentrionale, come Ippolito Caffi e Alberto Pasini, Stefano Ussi, Cesare Biseo, e ancora Federico Faruffini, Luigi Mussini, Gaetano Previati, Eugenio Zampighi. Sui percorsi di Istanbul, Marocco, Damasco, Tunisia, Numidia, svolgono la propria attività pittorica anche gli artisti meridionali Domenico Morelli, Paolo Netti, Leonardo De Mango, Antonio Piccinni.
Il volume accoglie i testi delle curatrici e apparati bibliografici.