La mostra L'Arte del Gioco. Da Klee a Boetti, inaugurata al Museo Archeologico Regionale di Aosta e curata da Pietro Bellasi, Alberto Fiz e Tulliola Sparagni, si presenta come un'ampia rassegna dedicata al tema del gioco nell'arte del '900, dalle avanguardie di inizio secolo ai moderni videogiochi. Attraverso 200 opere, tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video e videogiochi provenienti da alcune delle maggiori collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, l'esposizione ripercorre le tappe più significative di un percorso affascinante e ricco di molteplici significati e risvolti inediti. Gli artisti rappresentati in questo nutrito percorso espositivo, articolato in 13 sezioni, sono 70, tra i quali i futuristi Balla e Depero, i dadaisti Marcel Duchamp e Man Ray, ma anche Klee, Magritte, Tanguy, Mirò, Léger e i Dioscuri Alberto Savinio e Giorgio De Chirico. La sezione dedicata al Nouveau Réalisme è contrassegnata dalla presenza di Mimmo Rotella, Daniel Spoerri e Jean Tinguely, mentre un'attenzione particolare è rivolta a Bruno Munari e Fausto Melotti. Non mancano inoltre opere di Andy Warhol, Mario Schifano e alcuni recenti lavori di Maurizio Cattelan, seguiti da un'appendice dedicata alla net art e ai videogiochi.
Scopo primario dell'esposizione è dimostrare come il gioco non sia soltanto uno strumento, ma un vero e proprio 'sistema di pensiero' in grado di scardinare la logica tradizionale, favorendo lo sviluppo di nuovi spazi e potenzialità creative: il gioco attua un ribaltamento del punto di vista abituale, disorientando lo spettatore e ponendolo in continuo allarme. Il catalogo, che ripercorre le tappe salienti del percorso espositivo, è arricchito dai saggi di Alberto Fiz, Tulliola Sparagni e Antonella Crippa, affiancati da un testo di Stefano Bartezzaghi. 'Non vuole essere una mostra di carattere storico', spiegano i curatori Pietro Bellasi e Tulliola Sparagni, 'ma piuttosto una rassegna caratterizzata da continue sorprese e imprevisti dove l'arte si mette continuamente in gioco