Erwin Panofsky (1892-1968) è uno dei più grandi critici d'arte del Novecento, conosciutissimo anche in Italia, e ampiamente tradotto.
Questo grande saggio è molto più della semplice biografia di un artista immenso. O forse è il modello perfetto di come si dovrebbe scrivere qualsiasi "vita", equilibrando sapientemente la meticolosa ricostruzione delle vicende personali del protagonista (condotta attraverso una lucida lettura dei dati e dei documenti) con ampi squarci storici, e reintegrando di continuo in un unico tessuto vivente il particolare nel generale, l'apprezzamento estetico nel giudizio culturale, la singola opera nella catena degli eventi artistici di un'intera epoca. L'autore ha potuto costruire questa mirabile biografia di Dürer non solo in virtù di un'originale concezione della storia dell'arte, ma anche per la lunga ininterrotta familiarità con l'argomento: dal 1915 in poi, infatti, egli non ha mai cessato di occuparsi del grande incisore e pittore tedesco, come attestano fra l'altro tre suoi celebri saggi, sulla base dei quali ha costruito l'opera capitale che qui presentiamo, pubblicata per la prima volta nel 1943 e riedita nel 1955 nella versione definitiva.