L'obiettivo della pubblicazione è di far conoscere la quantità e la qualità delle opere - oltre 500 - conservate nella Galleria d'Arte Moderna di Cento. Si va dal nucleo dei quadri di Aroldo Bonzagni e dell'Archivio Storico a lui dedicato di recente acquisizione, alle opere degli artisti, principalmente di ambito lombardo, che hanno condiviso con il pittore di Cento la formazione all'Accademia di Brera, la nascita del futurismo e il momento drammatico della prima guerra mondiale. La raccolta si è ampliata, grazie all'impegno di Elva Bonzagni, sorella dell'artista, e di pittori e scultori che hanno donato i loro capolavori alla Galleria in memoria di questo geniale pittore.
Aroldo Bonzagni (Cento, 1887 - Milano 1918), in solo nove anni d'attività artistica, si buttò a capofitto, con tenacia e acume, in tutto quanto di meglio la propria epoca gli prospettava. Dalla fondazione e firma del "Manifesto dei Pittori Futuristi", alla frequentazione dei locali più esclusivi e alla moda di Milano, come il Teatro La Scala, l'Ippodromo San Siro e i caffè "Cova" e "Savini", fino all'adesione al partito socialista.
Nel dicembre 1913 l'artista raggiunse Buenos Aires dove rimase fino al gennaio 1915. Nella capitale argentina organizzò una mostra personale ed eseguì lavori di pittura e di satira politica per la rivista "El Zorro".
Nell'aprile del 1915 inaugurò a Milano una propria mostra che coincise con l'entrata in guerra dell'Italia, e pubblicò un album Gli Unni... e gli altri!, con graffianti tavole di satira antitedesca, che si accentuerà, con ancor più crudeltà e sarcasmo, nell'opera I Comandamenti di Dio esposti nella Galleria centese.
In suoi ultimi tre anni di vita assistiamo a una modifica sostanziale del suo stile: l'artista percorre una strada chiaramente espressionista. Non tratta più i soggetti mondani dell'élite milanese e predilige invece, con un accanimento inaudito, le scene di periferia, dove saltimbanchi, zingari e straccioni, veri e propri rifiuti della società, consumano la propria esistenza con rassegnazione e grande dignità, come si può vedere nella sua opera più rappresentativa esposta a Cento I rifiuti della società.
Il volume è costituito da un saggio iniziale su Aroldo Bonzagni e dalla schedatura delle oltre 500 opere conservate presso la Galleria. Tale catalogazione è organizzata alfabeticamente per artista. Accanto ai dipinti dei futuristi (Dudreville, Balla, Russolo, Sironi e Carrà), sono così analizzate le opere di Bucci, Carpi, Dudovich, Alciati, De Pisis, Funi, Sassu, Cantatore, Cassinari, Wildt, Greco, Minguzzi, Andreotti, Birolli, Cascella, De Grada, Viviani, Maccari, Bodini, Amisani, Fiume, Tallone, Martini, Menzio, De Rocchi, fino ai capolavori degli artisti appartenenti alle generazioni che hanno operato tra le due guerre e nei decenni successivi, e ai maestri più recenti (Morlotti, Scanavino, Paulucci, Saetti, Guidi, Conti, Mastroianni, Pomodoro, Cappello, Fontana, Capogrossi, Reggiani, Nigro, Baj, Tadini, Crippa, Francese, Romiti, Benetton, Meloni, Dova, Bueno, Mirko, Cavaliere, Pozzati, Spoldi, Spadari, Baratella, De Filippi).