Il volume rappresenta un'assoluta novità nell'approccio agli studi su Kandinsky, del quale viene indagata l'influenza sull'arte astratta in Italia degli anni Trenta e Cinquanta. Per la prima volta, una mostra ricostruisce questo legame attraverso uno straordinario nucleo di una cinquantina di opere di Kandinsky, dagli anni del Bauhaus fino alla sua morte, avvenuta nel 1944 (mostra e catalogo esordiscono però con la grandiosa Composizione VII, del 1913). L'arte astratta italiana è testimoniata da circa 135 opere di 30 artisti divisi in due nuclei principali: gli anni Trenta/Quaranta (da Fontana a Ghiringhelli, da Magnelli a Melotti, Radice, Munari e Veronesi), e la seconda metà degli anni Quaranta/primi Cinquanta (dalla Accardi a Consagra, da Crippa a Dorazio, Dova, Munari, Novelli, Prampolini, Dorfles, Sottsass e molti altri). Una sezione richiama infine il razionalismo in architettura e il suo legame con gli astrattisti a Como, Milano e Torino