Il Rinascimento a Urbino, con la sua Corte animata da artisti e letterati, è stato un periodo dalla creatività formidabile, frutto di un insieme di elementi politici e culturali che hanno conferito al Ducato dei Montefeltro un ruolo di assoluto rilievo.
Urbino è dunque il Rinascimento e il Palazzo Ducale ne è il fulcro fisico e simbolico. L'immagine del cortile d'onore, dei torricini, delle pitture e sculture che ornano le sale della reggia feltresca sono divenuti emblematici di un momento irripetibile nella storia in cui cultura, arte, scienza si fusero per dare vita a un fenomeno di straordinaria forza intellettuale e visiva. L'avventura della costruzione del monumento - "una città in forma di palazzo", secondo le parole di Baldassar Castiglione - coinvolse, accanto a Federico di Montefeltro, architetti, artisti, artigiani provenienti da ogni dove. Bartolomeo di Giovanni Corradini, detto Fra' Carnevale, fu figura di grande rilevanza tra coloro che furono chiamati a realizzare i lavori del nucleo più antico del palazzo, corrispondente al cosiddetto Appartamento della Jole.
Il volume, che accompagna la mostra urbinate, è incentrato sulla figura di questo artista e sulla sua attività alla corte di Federico da Montefeltro, vero uomo nuovo del Rinascimento che sposa l'abilità politica con le "virtù" e l'amore per le arti. Curato da Alessandro Marchi e Maria Rosaria Valazzi, il volume definisce la figura di Fra'Carnevale nel suo reale spessore culturale, cogliendone in particolare le tematiche della formazione e la linea dell'evoluzione culturale in rapporto alla produzione pittorica.
Il mondo figurativo di Fra Carnevale è messo in rapporto con gli spazi nei quali e per i quali fu pensato. In particolare è posto al centro dell'attenzione il corredo decorativo scultoreo dell'Appartamento della Jole, in una rara congiuntura di corrispondenze temporali e tematiche tra le opere esposte e gli spazi che le ospitano.
Alle opere urbinati della prima fase del palazzo, viene affiancata una serie di sculture e dipinti affini e contemporanei (tra cui un piccolo e inedito rilievo marmoreo proveniente da Sant'Agata Feltria, certamente realizzato da uno scultore dell'ala della Jole), per proseguire con altre opere degli artisti colà attivi (tra gli altri, Maso di Bartolomeo, Michele di Giovanni da Fiesole). Una sezione è dedicata agli artisti marchigiani contemporanei del frate pittore, come Giovanni Boccati (l'autore della "camera picta" del Duca), Giovanni Angelo d'Antonio (il ritrovato protagonista della pittura quattrocentesca camerinese) e Antonio da Fabriano. Seguono le opere centrali di Fra' Carnevale: il polittico forse un tempo a Loreto e la tavoletta della Collezione Gagnola di Varese, oltre ad alcune opere degli esordi di Giovanni Santi, il padre di Raffaello, ai capolavori di Piero della Francesca e a una serie di preziosi codici miniati.
Una sezione importante del volume è rappresentata dalla presentazione delle indagini conoscitive e del restauro della famosa "alcova" di Federico di Montefeltro, una delle opere più intriganti di Fra' Carnevale, che mette la sua arte al servizio delle esigenze profane del suo principe, nel più importante arredo dell'appartamento, legato alle nuove nozze del duca Federico con Battista Sforza, la duchessa che governerà saggiamente accanto al marito, condividendone gli interessi per l'arte.
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