La riqualificazione degli ambiti urbani degradati passa attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici aperti. L'analisi attenta delle operazioni effettuate negli ultimi decenni in alcune importanti città, ci porta ad individuare, tra questi, i parchi -intendendo per parchi tutti quegli spazi aperti, più o meno grandi, in connessione con il tessuto urbano- che abbiano assunto, una volta consolidati, il ruolo di nuovi luoghi del collettivo urbano, sia pure con identità e funzioni fortemente diverse.
Con questa chiave di lettura i parchi urbani oggi sono quei luoghi dove sono possibili gli scambi sociali, culturali e commerciali, sono quei luoghi dove traspare in forma evidente ed anche simbolica il pubblico, la collettività, esaltando il privato, l'individuo, sono quei luoghi cerniera dove il singolo cittadino diviene comunità e trova il contatto diretto con gli altri; sono i luoghi dello stare e del divenire.
Nel filone della riqualificazione urbana il parco rappresenta quindi un fondamentale punto di riferimento. Per questa ragione è necessario un approfondimento dell'analisi conoscitiva dei sistemi da cui è costituito, del contesto in cui si inserisce, della tematica che sviluppa e degli aspetti formali come espressione dei diversi linguaggi architettonici del panorama contemporaneo. Analizzando realtà concrete, questo testo si inserisce nel dibattito internazionale più ampio ed attuale, ponendo particolare attenzione alla riqualificazione ed alla trasformazione della città, in un preciso ambito operativo e in stretto rapporto con l'espressione linguistica nell'ambiente urbano e naturale. Partendo da queste riflessioni, dopo un'attenta ed esaustiva analisi critica, la pubblicazione individua una tassonomia di riferimento che diviene un importante quadro sinottico utile a chiunque voglia occuparsi dei parchi e dei giardini urbani contemporanei, dove la comparazione dei numerosi esempi riportati è il presupposto di base per mettere a disposizione un nuovo strumento di riferimento per la progettazione. Partendo dall'analisi di sette opere, con le relative comparazioni ed esemplificazioni, in questo libro sono riportati ed illustrati quasi cento progetti, tutti realizzati.
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Achille Maria Ippolito insegna presso la Facoltà di Architettura "Valle Giulia" dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". È presidente del corso di Laurea in Progettazione e Gestione dell'Ambiente, con sede a Bracciano. Autore di numerose pubblicazioni, svolge attività di ricerca teorica e progettuale con importanti concorsi nazionali ed internazionali e realizzazioni.
Di seguito la recensione sul libro trasmessa nel notiziario libri dell'Ansa:
Uno spazio al servizio della città e dell'ambiente che richiama per le sue funzioni l'antica piazza
rinascimentale. Potrebbe essere questa una definizione di alcuni nuovi parchi, nati soprattutto in grandi metropoli negli ultimi 20 anni, secondo i criteri definiti da Achille Maria Ippolito, docente della facoltà di architettura dell'Università La Sapienza, nel volume 'Il parco urbano contemporaneo, notomia e riflessioni'.
Un libro che vuole essere uno strumento utile per analizzare progetti, vecchi e nuovi, nell'intero iter, dalla scelta politica all'ideazione, fino alla fattibilità e al controllo della realizzazione. A cominciare dal parco della Villette a Parigi fino all'Explanada del Forum de les Cultures di Barcellona, la più grande piazza del mondo dopo la cinese Tien An Men, passando per il parco di Pinocchio a Pescia, in Toscana, l'autore analizza sette opere rappresentative di architettura contemporanea. Questi esempi sono stati scelti per la loro caratterizzazione, per la loro differenza, perché ognuno appare contraddistinto da un ruolo nel contesto in cui è stata costruito. Sette i parametri adoperati per l'analisi: tematizzazione, contesto, conformazione, il sistema funzionale, il sistema della mobilità, il sistema naturale, il sistema delle componenti.
Il percorso sui parchi urbani comincia a Parigi, in Francia. E' in questo Paese che il presidente Mitterand nel 1981 decise di puntare sull'architettura, affiancando alla Torre Eiffel altri 'importanti segni urbani'. In questo itinerario di crescita artistica, la tappa di Barcellona costituisce una concreta applicazione. Oggi è la Spagna un importante laboratorio a cielo aperto di nuove esperienze architettoniche e paesaggistiche. Non mancano anche esempi particolari, come quello del parco dell'aeroporto di Monaco, dove non ci si trova di fronte ad un luogo da fruire quanto ad una tela da osservare dall'alto.
"Esistono ambiti degradati da riqualificare, ma anche spazi non utilizzati correttamente - spiega Ippolito - mentre i parchi urbani sono positivi sotto il profilo sociale e per l'ambiente". Questo tipo di creazioni architettoniche non hanno nulla a che vedere con il classico 'parco', non si tratta di luoghi di 'evasione', ma di 'luoghi del collettivo urbano' integrati nel resto della città in cui avvengono scambi sociali, culturali e commerciali, più assimilabili quindi ad una piazza storicamente intesa. "In una città come Roma - precisa Ippolito - parchi di questo tipo non ci sono, esistono solo parchi 'perimetrati', non 'urbani', organizzati". Ciò che distingue queste aree è il fatto di essere all'interno di spazi pubblici aperti e di essere un tutt'uno con la città, in un'alternanza fra pieni e vuoti e con un nuovo rapporto fra artificio e natura, creando anche collegamenti fra zone diverse che prima non avevano mai avuto un contatto diretto.
A chiudere il volume un quadro sinottico che riassume lo studio di Ippolito incrociando opere e parametri di analisi, per osservare con un colpo d'occhio differenze e similitudini fra le varie opere.