L'appassionata e dotta ricerca che Luisa Rapetti ha compiuto sul Cimitero Ebraico di Acqui Terme costituisce un'ulteriore importante tessera di quel mosaico dell'ebraismo piemontese che, grazie alla fatica di tanti studiosi, si va sempre più definendo in tutta la sua rilevanza, quale elemento fondamentale dello sviluppo sociale, culturale, politico ed economico che ha caratterizzato la storia del nostro territorio nel XIX e nel XX secolo. Il lavoro compiuto va ben al di là del mero inquadramento storico di una comunità ebraica. L'attenta analisi delle iconografie sepolcrali ha offerto lo spunto per tutta una serie di rimandi ai testi biblici e della tradizione ebraica che forniscono al lettore importanti chiavi interpretative di ciò che è raffigurato sui monumenti e sui manufatti oggetto di studio e, più in generale dei riferimenti culturali che hanno ispirato la vita ed il sentire di quella comunità. Notevole interesse riveste l'individuazione di alcuni ben definiti filoni iconografici che vanno dal simbolismo zoomorfo a quello fitomorfo, dalla rappresentazione degli elementi tipici del culto ebraico a quella derivante da più o meno palesi contaminazioni con il culto prevalente nella società circostante. Lo studio del Cimitero ebraico ha poi indotto l'autrice ad alcune opportune annotazioni sulla ritualità funeraria ebraica, sugli stranieri che hanno frequentato la città per cure termali, sui lutti e le devastazioni che la persecuzione neofascista ha inflitto a questa come a tante altre comunità ebraiche: traumi da cui molte di esse non si sono più sollevate. Un contributo importante dunque volto a valorizzare l'unica testimonianza che rimane ad Acqui di una presenza secolare che tanta rilevanza ha avuto nella vita cittadina.