Questo volume, curato da Maria Teresa Fiorio, raccoglie attraverso i saggi di importanti studiosi, che al castello hanno dedicato lunghi e approfonditi studi, la storia del maniero dalla fondazione sotto il dominio di Galeazzo II Visconti alla seconda metà del XIV secolo, fino alla ricostruzione alla fine dell'Ottocento e la riconfigurazione museale del secondo dopoguerra. Il libro propone le vicende storico artistiche della fabbrica viscontea prima, sforzesca poi, attraverso gli sviluppi e ampliamenti della roccaforte tra il Tre-Quattrocento, fino alla morte di Filippo Maria, ultimo erede della famiglia Visconti. Nuova vita e un incremento del castello di Porta Giovia si hanno con l'ascesa al potere di Francesco Sforza (1450) dal quale poi prenderà il nome, a questa fase risalgono, infatti, gli interventi di Filarete. Sotto il ducato di Galeazzo Maria Sforza il castello diviene residenza della corte e di conseguenza subisce la trasformazione da fortino militare a residenza signorile, con Ludovico il Moro dopo il 1476 si attestano in castello le presenza di Leonardo da Vinci e Donato Bramante.
Con la caduta della signoria milanese e l'avvento delle dominazioni francese e poi spagnola il castello, teatro di scontri e battaglie subisce gravissimi danni e non sarà più residenza delle corte ma ritornerà ad essere adibito a fortilizio per due secoli. Con il passaggio di Milano dalla dominazione spagnola a quella austriaca, 1706 le condizioni del castello non mutano sostanzialmente rimanendo luogo di alloggiamento militare. Con l'epopea napoleonica il castello rischia di essere fatto saltare in aria, quale immagine della tirannide. Si decide solo l'abbattimento delle mura spagnole e la creazione del Foro Bonaparte, Tuttavia, dopo la posa della prima pietra nell'aprile 1801, il progetto è abbandonato e l'intera area subisce graduali modifiche, assumendo l'aspetto di una vasta Piazza d'Armi quadrata di 700 metri di lato. Con la Restaurazione il Castello torna caserma austriaca senza subire particolari trasformazioni. Solo con le trasformazioni post-unitarie si da l'avvio alla riconfigurazione dell'intera area circostante il castello e con l'intervento di Luca Beltrami si pone l'avvio alla ricostruzione del maniero nelle forme più vicine all'originale dell'epoca di Ludovico il Moro. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, viene restaurato e riallestito secondo il moderni canoni di esposizione museale creando un importantissimo centro nell'ambito dei musei milanesi.