Il dossier monografico su HANS CLEMER riunito da Giovanna Galante Garrone e da Elena Ragusa ha molti motivi per essere considerato esemplare, ma uno in special modo merita di essere sottolineato: esso costituisce un esempio raro di come, anche all'interno di un ufficio di tutela travolto dalle urgenze del pronto intervento, si possa restare fedeli a un impegnativo progetto di conoscenza, tutela e promozione.
Con gli anni il piano di indagini si è andato complicando e affinando, rendendosi sempre più arduo, ma non sono mai mancati l'impegno e il coraggio per superare la tentazione della rinuncia.
Prima ancora che una monografia abbiamo tra le mani un ostinato diario di lavoro, un libro di bordo che testimonia ben tre lustri di studi, restauri, monitoraggi, revisioni su interventi di rabberciatura, raccolte sistematiche di dati sulle tecniche del pittore, sui materiali usati, sui complessi montaggi dei polittici, sul modo eccentrico di mettere in opera modi pittorici non tradizionali, lumeggiando le tavole con la calce e modellando a mano l'intonaco degli affreschi.