Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 - Vienna, 1663) è una delle personalità più affascinanti e misteriose del Seicento italiano. Dopo l'oblio in cui il suo nome cadde con la morte, a causa dell'inaccessibilità delle sue opere conservate perlopiù in collezioni private, è stato il Novecento a decretargli un nuovo favore, e a riscoprire il ruolo di primo piano che rivestì nel corso del Seicento, secolo tumultuoso in cui l'Italia e l'Europa entrano nella modernità.
Sia nella pittura sacra sia in quella profana, Cagnacci riesce a mettere in figura un universo magmatico, tumultuoso e già moderno, come sottolinea Antonio Paolucci, curatore, insieme a Davide Benati, della mostra attuale. Come un autore a noi contemporaneo, Cagnacci è riuscito infatti a rendere visibile il vero dei sentimenti, delle emozioni, degli affetti, forzandone la rappresentazione fino all'oltranza e all'iperbole.
Nelle sue pitture percepiamo estasi mistica, eloquenza concitata, malinconico e compulsivo erotismo, violenza e dramma delle umane passioni.
La mostra, accompagnata da questo catalogo, non si limita a presentare la produzione pittorica di Cagnacci nella sua quasi totale interezza, ma intende mettere in evidenza, attraverso la presenza di importanti dipinti di altri autori, il fervido dialogo che egli seppe intrattenere con altri protagonisti della pittura del suo tempo, muovendosi in modo assolutamente personale tra i due poli del naturalismo caravaggesco e dell'idealismo reniano.
Forlì, Musei San Domenico, 20 gennaio - 22 giugno 2008.