Il saggio illustra il primo trentennio di attività dell'architetto e docente universitario Italo Gamberini (Firenze, 1907-1990), rappresentando un contributo originale su un periodo e un protagonista, scarsamente indagati, della storia toscana; attraverso una disamina di fonti archivistiche, quotidiani d'epoca e diretta analisi delle opere l'autrice individua tematiche ed apporti disciplinari accorpabili in un arco temporale nettamente connotato e distinguibile dal successivo innervato da una grande dimensione e da un assemblaggio disarmonico degli impaginati compositivi, ritenuti poco consoni alla cifra stilistica più felice e risolta dell'autore.
Mediante un esame delle architetture, non incentrato su quelle in collaborazione per meglio focalizzare gli inediti contenuti della poetica gamberiniana, si è dunque tentato un bilancio di tale fase considerata di fondamentale importanza per la messa a punto di aspetti portanti della sua formazione e proposta culturale.
Una sezione di approfondimenti monografici su singoli progetti integra la trattazione generale, ponendosi come puntuale esemplificazione di un iter professionale in equilibrio tra lezione progettuale e didattica, al cui centro è posta l'inesausta attenzione nei confronti dell'uomo, parametro di ogni architettura.