In mostra a Roma le più importanti testimonianze mobili della pittura locale attorno al Duecento. Con un itinerario alla scoperta degli altri capolavori presenti nelle chiese romane. Due specialisti dell'arte indagano nella mostra ai Musei Capitolini i legami fra la scuola fiorentina e quella romana sull'invenzione della pittura moderna attraverso il ruolo di Cimabue e Giotto, presenti nella Capitale alla vigilia del primo Giubileo di Bonifacio VIII. Dopo la storica mostra "Fragmenta Picta" del 1989, vengono riunite quasi tutte le testimonianze mobili della pittura romana e laziale a cavallo del Duecento, incrementate da recenti sensazionali scoperte, con un percorso che spazia dai rari dipinti su tavola a cicli di affreschi staccati ed esposti per la prima volta dopo il restauro, a una nutrita raccolta di codici miniati provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. Il catalogo fornisce un quadro interpretativo nuovo e completo del passaggio dal "parlar greco" al "parlar latino" delle nuove ricerche naturalistiche. Alla mostra è collegato un sistema di itinerari alla scoperta dei capolavori dei protagonisti di questa rivoluzione pittorica, Torriti, Cavallini e Rusuti, presenti in diverse chiese romane.