La mostra è stata pensata in vista dell'inaugurazione del Museo d'Arte e Cultura Sacra, voluto dalla comunità ecclesiale di Romano di Lombardia per la tutela del proprio cospicuo patrimonio di antichi arredi liturgici e quale dinamico permanente strumento di sollecitazione culturale. Da intendersi, quest'ultima, non esclusivamente rivolta all'interno delle civiche mura. L'antologia è perlopiù improntata all'insegna della trouvaille - ancora possibile, anzi favorita dall'attività critico-filologica degli ultimi decenni, in crescendo di capillarità e scientificità - ed è ristretta a un'epoca che vide il territorio di Bergamo quanto mai ricettivo verso la produzione di iconografia sacra contrassegnata dal nome di prestigio. Le opere, che provengono da chiese e soprattutto da raccolte private, testimoniano tanto la devozione praticata coralmente, vale a dire da tutti gli stati sociali riuniti nel tempio, quanto la devozione coltivata dai soli ceti egemoni tra le pareti domestiche e magari all'inginocchiatoio individuale.
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