Questa esposizione acquista per me un significato speciale perché risveglia in me i ricordi e i sogni dell'infanzia che ho trascorso a Cosenza. Da bambino andavo spesso a trovare i miei nonni paterni a Cosenza Casale. E quindi passavo davanti al convento di S. Agostino e al monumento dei fratelli Bandiera. Certo non avrei mai pensato che più di mezzo secolo dopo avrei esposto la mia collezione proprio qui al convento di S. Agostino, oggi completamente restaurato e ufficialmente aperto come museo. E non avrei mai immaginato di poter offrire ai giovani e ai bambini di oggi ciò che forse a me più di ogni altra cosa era mancata: l'opportunità di conoscere e di godere di quel piacere che solo l'opera d'arte può fornire.
Nessuna comunità può vivere ed evolversi senza attingere alle dimensioni più alte della creatività umana e senza un contatto diretto con l'arte del proprio tempo. Soprattutto alle nuove generazioni è necessario offrire il frutto del genio artistico del tempo in cui vivono. Da qui la scelta di offrire alla città di Cosenza per la prima volta una selezione di importanti opere dell'arte visiva contemporanea.
Per tutte queste ragioni la mostra che presentiamo vuole essere non soltanto un'espressione di gratitudine alla comunità, alla famiglia Bilotti, ai luoghi che mi hanno visto nascere e in cui affondano le radici della vita che ho costruito oltreoceano. Vuole essere anche, lo spero, l'inizio di una svolta nel senso di un arricchimento del bagaglio e delle opportunità offerte ai giovani nella loro formazione culturale e artistica. Per questo voglio esprimere la mia profonda gratitudine verso le autorità della nostra città, in particolare nei confronti di Rossella Vodret, la soprintendente ai Beni Culturali per la Calabria, e di Eva Catizone, sindaco di Cosenza, che mi hanno dato il loro pieno appoggio per la realizzazione della mostra.