Alla scoperta delle antiche civiltà dei Balcani centrali, dall'VIII secolo avanti Cristo fino all'occupazione romana del territorio e alla definizione del confine danubiano voluta dall'imperatore Traiano, conquistatore della Dacia.
Questo l'affascinante percorso storico-archeologico proposto dalla mostra, con cui il Museo Nazionale Archeologico di Adria celebra la sua riapertura al pubblico.
Un evento eccezionale che porta, per la prima volta in Italia, i massimi capolavori delle collezioni archeologiche del Museo Nazionale di Belgrado, l'istituzione culturale principale della Repubblica di Serbia.
Opere databili per lo più tra VI secolo a.C e II secolo d.C., tra cui spiccano per importanza storico-artistica i gioielli e i crateri greci delle grandiose tombe principesche danubiane, sepolture di principi guerrieri alla guida di popoli che le letterature più tarde definiranno Triballi, Illiri, Daco-Mesi, Macedoni e Celti, la statuaria ellenistica d'impronta alessandrina da Stobi e le oreficerie di Budva, come anche le argenterie da mensa risalenti alla prima occupazione romana del territorio e i ritratti bronzei di età romana, ritrovati nei pressi del grandioso ponte eretto sul Danubio da Apollodoro di Damasco. Duecentotrenta oggetti per raccontare mille anni di storia di popoli e civiltà ancora sconosciute, sorte nelle terre dei grandi fiumi, fino all'Adriatico.
Il catalogo accoglie i saggi critici di Tatjana Cvjeticanin, Aleksander Palavestra, Vera Krstic e Deana Ratkovic, un approfondimento dedicato ai siti archeologici da cui provengono i ritrovamenti esposti, e una bibliografia aggiornata.