La pittura del Caroselli è incomprensibile se la si estrae dall'uomo. Questi era comunque poco conosciuto (se non dagli addetti ai lavori) e male inquadrato nel XVII secolo, soprattutto poco amato dalla critica: è stato necessario il ricorso alla verifica filologica "ex novo". Con queste parole l'autrice del presente primo "corpus" filologico caroselliano ha affrontato un mondo e una cultura che, a Roma, non erano più quelli tenebrosi dei primi momenti della "Riforma Cattolica", illuminati dai sinistri bagliori dei roghi d'eretici e dai lampi delle lame "a Ponte" (è la voce popolare di Pasquino a ricordare che, "se so' tajate più teste a Ponte che meloni a Banchi!", nonché ammorbati dai fumi di residui pestilenziali, che apparivano intrinseci alle drammatiche "sacre rappresentazioni" del Caravaggio. [dall'introduzione di Maurizio Marini]