Nel 1509 giunge a Roma, chiamato da papa Giulio II, il talentuoso ma schivo trentenne Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 - Loreto, 1556), che aveva lasciato la tranquilla provincia veneta e marchigiana per il grande cantiere del clasicismo rinascimentale in cui erano allora attivi, tra gli altri, Bramante, Bramantino, Cesare da Sesto, Michelangelo e soprattutto Raffaello con i suoi allievi, a fianco del quale il veneziano avrebbe dovuto lavorare.
Ma dopo neppure un anno, colui che si racconterà sessantaduenne "solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente", abbandona ogni incarico riprendendo quell'inquieto vagabondare che lo condurrà all'emarginazione, tanto provocata che subita, tanto da spegnersi, oblato, nella Santa Casa di Loreto. Questo catalogo monografico, edito in occasione dell'importante mostra dedicata al pittore presentata alle
Scuderie del Quirinale, traccia il profilo di questo artista magnifico e solitario, che, nato nel Quattrocento, è riuscito, in modo del tutto originale e autonomo, a conciliare gli elementi tradizionali della grande pittura della sua epoca con elementi che già anticipano l'età barocca.
L'ampio apparato illustrativo ripropone la produzione dell'artista, dalle opere devozionali alle grandi pale d'altare - caratterizzate da un colorismo brillante e talvolta tagliente, ma anche da atmosfere misteriose e dettagli ironici - fino ai superbi ritratti, non di imperatori e papi ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, nei quali ancora oggi emerge la modernità di un approccio psicológico di cui Lotto fu uno dei primi grandi interpreti.