Dagli interventi che qui si pubblicano il lettore viene informato che i rapporti Tra Longhi e Brandi non ebbero un percorso lineare e pacifico, ma videro momenti e periodi prolungati di tensione e di disaccordo, fino a concludersi, anche grazie ai buoni uffici di Gianfranco Contini, con una salda amicizia manifestatasi con la candidatura di Brandi proposta da Longhi quale suo successore alla cattedra di Firenze. Com'è noto, le cose andarono in diverso modo con un altro vincitore, anch'egli peraltro di tutto rispetto.
Il campo del più aspro contendere fu il restauro. Longhi criticò severamente la gestione di Brandi dell'Istituto Centrale del Restauro e l'opportunità di una teoria alla quale non credeva come altri studiosi. Oggi apprezziamo il metodo rigoroso di operare difeso da Brandi e sappiamo che i suoi scritti hanno contribuito ad affermare all'estero il primato italiano nel campo del restauro. Il tempo gli ha dato ragione. Il mondo di Longhi e di Brandi sembra comunque finito irrevocabilmente, ma rimane nel ricordo per accrescerci e farci scoprire orizzonti più aperti e consolatori.
Il volume, è un testo di sicuro interesse per studiosi e storici dell'arte, funzionari della Soprintendenza, funzionari dei musei, restauratori, per quanti gravitano intorno al mondo della storia, critica, conservazione, tutela dei beni culturali