L'anno 1527 cambiò le sorti della penisola italiana, che nel contesto europeo si avviò verso la sua progressiva emarginazione politica e militare, di cui il Sacco di Roma fu una manifesta e terribile rappresentazione.
Attraverso un confronto tra i fenomeni della storia, dell'arte, dell'architettura, della letteratura e della storiografia artistica, il presente volume aspira a gettare luce sugli eventi che, nel corso di quell'annus horribilis per Roma e per il Papato, innescarono un processo di trasformazione politica, religiosa, sociale e artistica. Oltre alla rilettura di documenti già noti, si offrono testimonianze e fonti inedite che suggeriscono nuove interpretazioni del Sacco, all'epoca strumentalizzato spesso a scopi politici e di propaganda.
Le indagini dedicate dagli autori a temi significativi come le condizioni economiche, la situazione demografica e la vita sociale dimostrano che l'invasione delle truppe imperiali non causò la crisi di Roma, ma la accelerò drasticamente, contribuendo ad aggravare processi degenerativi in corso già prima del Sacco. In verità, il declino dell'Urbe era iniziato già dopo la morte di Leone X nel 1527, quando i suoi successori al soglio pontificio non furono capaci di trattenere o attirare nella Città Eterna i più grandi artisti dell'epoca.
Il confronto tra le opere d'arte e d'architettura poco prima del Sacco e quelle degli inizi degli anni '??, quando l'attività degli artisti e degli architetti ricominciò lentamente a fiorire, rivela mutazioni stilistiche e religiose. Rivestono un interesse centrale in questo volume anche gli strumenti di comunicazione nel Rinascimento, adottati per esprimere visivamente i fatti e per divulgarli, ma anche per influenzare l'opinione pubblica. Pennello e scalpello rimasero quasi del tutto silenziosi, ma le tante fonti scritte e le poche testimonianze figurative, come incisioni e ceramiche, espressero in forme evocative le diverse percezioni del Sacco avvertite dagli artisti e dai loro committenti.