Che il 'restauro' non sia solo 'conservazione' è una questione dibattuta da tempo. Già sul finire degli scorsi anni Cinquanta Leonardo Benevolo affermava chiaramente che, per conservare, bisogna intervenire, dunque modificare e che, quindi, il problema riguarda la direzione in cui tale modifica è condotta, insomma la sua misura e correttezza culturale. Sempre su questo argomento, Roberto Di Stefano giustamente definiva la 'conservazione' come la finalità sostanziale che l'atto di 'restauro' deve soddisfare, pur con tutte le implica-zioni materiali e quindi modificative che esso comporta. Il controllo della necessaria e lecita modificazione indotta dal restauro è appunto l'argomento affrontato nella prima parte del presente volume.