La prima monografia completa sull'opera costruttiva di uno dei più fecondi maestri italiani in Francia, artefice della fusione delle acquisizioni maturate dalla cultura architettonica romana con la tradizione linguistica e la pratica costruttiva francese.
I risultati delle ricerche di una equipe internazionale di studiosi evidenziano il rapporto tra le invenzioni architettoniche di Primaticcio e la lezione dei maestri italiani, Giulio Romano per primo, ma anche Peruzzi, Raffaello, Michelangelo, Vignola, chiarendo al contempo il legame istaurato in Francia con Pierre Lescot, Philibert Delorme e Jean Bullant.
Il volume ripercorre analiticamente le tappe dell'attività dell'architetto bolognese, attraverso un approfondito studio della formazione in Italia, l'analisi delle opere costruite in Francia tra il 1540 e il 1570, una serie di capitoli dedicati al contesto artistico e culturale francese.
Un ricco apparato iconografico documenta i progetti e le opere realizzate principalmente a Meudon, Fontainebleau, Dampierre e Saint-Denis, senza dimenticare l'ampia attività svolta da Primaticcio come pittore, scultore, decoratore.
Formatosi principalmente sotto Giulio Romano, nel cantiere di palazzo Te a Mantova, Francesco Primaticcio, originario di Bologna (1504-1570), giunge a Fontainebleau nel 1531, alla corte di Francesco I. Dapprima pittore, decoratore, rinomato esperto di antichità e assistente di Rosso Fiorentino, dal 1540 egli comincia a dedicarsi a composizioni ibride tra scultura e architettura.
Durante il regno di Enrico II (1547-1559) svolge un'intensa attività architettonica per il cardinale Charles de Guise. Nominato Soprintendente delle costruzioni reali nel 1559, egli interviene nella maggior parte dei grandi progetti commissionati da Caterina de' Medici, sua grande estimatrice. Tra le sue opere più note: la Grotta e il castello di Meudon, i bagni di Dampierre, la galleria d'Ulisse e l'ala di Carlo IX a Fontainebleau, la Rotonda dei Valois a Saint-Denis.