Il saggio, dedicato alla storia del teatro e dello spettacolo nelle corti europee dal Cinquecento all'Ottocento, illustra con dovizia di particolari le caratteristiche e le singolarità di balli, festeggiamenti, tornei, giostre, invenzioni scenografiche e allestimenti avvenuti nelle maggiori città europee. Tra queste trovano un posto d'onore il Granducato Toscano, Versailles e la corte spagnola nella capitale e nei luoghi di ristoro come Aranjuez e La Granja. Nel corso dell'opera, viene rivalutata anche l'importanza della vocazione cosmopolita di Livorno. Si susseguono inoltre - accanto a biografie di illustri italiani del tempo, tra cui architetti, cantanti lirici e artisti - ricche e stimolanti pagine dedicate alla moda e al costume nelle grandi dinastie europee.
Come afferma l'autore, "parlare della viva presenza delle culture performative italiane nello spettacolo e nel teatro in età barocca nel vecchio mondo e delle loro parabole nel siècle éclairé significa privilegiare un punto di vista internazionale, comparativo e interculturale, attento agli intrecci di relazioni, scambi, prestiti e canali di comunicazione nell'Europa delle corti e delle città".