L'opera che qui si presenta è unica nel suo genere e costituisce un repertorio insostituibile per tutti gli studiosi del Barocco e del suo più grande interprete. La ricerca della giovane Benedetta Ciuffa, condotta con la guida di un grande storico dell'arte come Tomaso Montanari, noto anche al largo pubblico per le sue competenze su Bernini ma pure per le sue prese di posizione sui temi della cultura e della politica, ha prodotto uno studio di larghe proporzioni e di consistenti apporti: Artemide è orgogliosa di proporlo agli studiosi nelle proprie collane. Il catalogo prende in esame tutte le opere di Bernini tradotte dagli incisori per i fini più vari e offre una rosa di oltre 400 incisioni, molto diverse tra loro per qualità, tecnica e finalità. L'intera ricerca è stata condotta sul campo in diverse Biblioteche europee (sopratutto Roma, Firenze, Parigi). Le incisioni provengono dai principali Istituti europei e da molte collezioni private. La ricerca si è svolta negli ultimi dieci anni e ha preso in esame la fortuna visiva delle opere berniniane nelle stampe coeve, ossia in un ambito cronologico limitato al 1720 circa, per studiare meglio la risonanza della attività e del nome del grande artista del Barocco. Il libro-catalogo è organizzato per singoli soggetti. Ad ogni opera del Bernini è dedicata un'introduzione, in cui si fa un breve cenno alla storia del pezzo e si mettono in rapporto con essa le varie riproduzioni, cercando di far emergere i caratteri precipui delle stampe. Seguono poi le varie incisioni disposte in ordine cronologico. Per ognuna è specificato l'incisore, e quando conosciuto, anche il disegnatore, la data, le iscrizioni, il contesto (ossia se fanno parte di una serie, di una guida, di un volume di altro genere) ed infine l'editore e lo stampatore. Da ultimo, c'è uno spazio riservato alle collazioni ed alle note. L'area delle collazioni permette di capire per quanto tempo è rimasta in uso una matrice, in quante edizioni di uno stesso volume ed in quali altri testi è riproposta la stessa immagine. Sempre nelle collazioni, si fa riferimento anche alle "copie" che circolavano all'epoca, a volte plagi intenzionali. Lo spazio dedicato alle note, invece, concerne in maniera più specifica l'incisione in questione e le relative divergenze dall'originale.
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