La crescente fortuna critica di Alighiero Boetti, via via accresciutasi dopo la sua scomparsa (1994), conosce con questa pubblicazione un punto di chiarimento sulle ragioni che l'hanno determinata.
In occasione della mostra progettata con la Soprintendenza di Cosenza nel dicembre 2005, Bruno Corà, storico e critico d'arte contemporanea legato all'artista da un lungo sodalizio, in questo volume traccia il profilo dell'intera opera dell'importante protagonista dell'Arte Povera, considerato, ormai, outsider della scena artistica internazionale.
Dall'assidua osservazione dell'opera di questo Maestro torinese, Corà ha ricavato una essenziale serie di caposaldi fondativi del suo linguaggio, che costituiscono l'ossatura della sua personalità artistica.
Esponente di una nuova sensibilità e modalità artistica, Boetti è stato, oltre che "punta" del poverismo nella seconda metà degli anni Sessanta, assoluto caposcuola degli sviluppi pittorico-plastici nelle decadi successive degli anni Settanta e Ottanta, divenendo esempio stimolante e ineludibile per le nuove generazioni.
Con la capacità di integrare nell'opera problemi e aspetti relativi allo spazio-tempo, al numero, alla scrittura poetica, all'alchimia, all'antropologia culturale, all'identità e all'anonimato, all'uso illimitato di materiali, nonché alla rimessa in gioco di modi e attitudini connesse alle arti tradizionali e applicate, Boetti giunge a dar corpo a quell'arte maggiore di cui Lucio Fontana aveva prefigurato l'avvento, divenendone il primo geniale interprete.
L'opera, suddivisa in capitoli, raccoglie immagini a colori dei suoi più importanti lavori, oltre 150, ed è corredata da ampi e aggiornati apparati bio-bibliografici della sua intera attività