140 opere documentano l'inquietante presenza del Male nella pittura europea dal Quattrocento ai nostri giorni.
L'inquietante presenza, nell'arte europea, del Male in tutte le sue diverse manifestazioni illustrata attraverso 140 opere che testimoniano le tracce, esplicite e non, di crudeltà e sadismo: dalle teste mozze alle "Vanitas", simbolo della caducità umana, dalle "Meduse" alle efferatezze dei carnefici, che strappano pelle, denti, occhi e seni a santi e sante, diventando personificazione di umana/disumana crudeltà.
Un excursus attraverso le opere "crudeli" nel Quattrocento (Giovanni Bellini, Beato Angelico, Sassetta), Cinquecento (Tiziano, Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Annibale e Agostino Carracci), Seicento (Artemisia Gentileschi, Ligozzi Paolini, Salvator Rosa, Ribera, il Genovesino, Van Leer e le straordinarie "Meduse" di Caravaggio e Rubens), Settecento (Fra' Galgario, Francisco Goya e Füssli), Ottocento (Giuseppe Pelizza da Volpedo, di Gaetano Previati e William Blake) e Novecento (Otto Dix, de Chirico, Viani, Sironi, Pirandello, Bacon, Munch e Balthus e i contemporanei Music, Ferroni, Schmidlin, e Crocicchi).