A partire dall'età medioevale si assiste, in campo artistico e architettonico, a un consapevole reimpiego di materiali tratti dalle vestigia romane esistenti nella penisola, primo passo verso un progressivo affinarsi di quelle conoscenze che porteranno allo sviluppo del gusto antiquario umanista e alla nascita di importanti collezioni che in parte sussistono ancora oggi nei principali musei italiani: dalle raccolte vaticane a quelle secolari dell'Urbe, dai saloni delle dimore patrizie e delle gallerie della capitale, fino alle imponenti collezioni fiorentine e veneziane, al pari delle meno fortunate e disperse, come quelle di ascendenza gonzaghesca.
Per indagare gli aspetti di questa 'epopea antiquaria', un'articolata mostra ospitata nella città di Aosta propone una cospicua selezione di reperti romani, sculture classiche e frammenti architettonici, provenienti dalle inedite raccolte Bardini di Firenze, in dialogo con capolavori di scultura e pittura di artisti quali Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Filippino Lippi, Sandro Botticelli e Giambologna, che offrono splendida testimonianza della vitalità di cui gode l'amore per l'antico nel passare dei secoli.
Il catalogo accoglie i testi di Mario Scalini, Gaetano De Gattis e Roberto Domaine, e Gabriele Morolli, e apparati con glossario e bibliografia.